E se il problema fosse davvero quel maledetto telefono?
forse avevano ragione i nostri genitori.
Dopo la brat summer del 2024, quella del 2025 sarà una no phone summer?
Negli ultimi due anni ho smesso di bere, sono diventata vegana, ho inziato a fare regolarmente skin care, ho decentrato le relazioni romantiche dalla mia vita e adesso sono pronta a fare il prossimo passo: affrontare la mia dipendenza (autodiagnosticata) dai social. Qualcuno su TikTok direbbe che sono nella mia healing era o più probabilmente è solo la crisi dei trent’anni.
Quando ho aperto il mio profilo Instagram non potevo immaginare che postare video sarebbe diventato il mio lavoro e che nel giro di qualche anno un po’ per passione e un po’ per deformazione professionale avrei imparato tutto su trend, algoritmi e internet culture. Questo da un lato mi permette di guadagnare soldi facendo qualcosa che mi piace, ma dall’altro mi porta a chiedermi che effetti avrà lo scrolling infinito sul mio cervello a lungo termine.
Nel 2024 l'Università di Oxford ha scelto come parola dell'anno l’espressione brain rot che descrive "il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo". Non è un segreto che i social, oltre a creare dipendenza e a peggiorare la salute mentale, stiano riducendo ai minimi storici la nostra soglia dell’attenzione e compromettendo considerevolmente il nostro spirito critico.
Non mi stupisce quindi che si parli sempre più spesso di digital detox. Qualche giorno fa ho letto questo articolo di Vogue in cui la giornalista racconta il suo esperimento di disintossicazione dai social: Mai provato a passare una settimana senza social media? Io l'ho fatto. E sono sopravvissuta. Anzi… Il primo consiglio? Acquistare un cellulare privo di app. Sì, perchè se prima internet era un modo per staccare dalla vita reale adesso la vita reale è un modo per staccare da internet e ne stiamo sentendo collettivamente il bisogno.
Ce lo conferma quello che è successo in Spagna e in Portogallo durante il blackout di qualche settimana fa: dopo un primo momento di panico le persone hanno finalmente sollevato la testa dai propri device e hanno cominciato a parlare tra loro. I video e le immagini di sconosciuti che cantavano e suonavano per strada, leggevano e prendevano il sole al parco in un giorno qualunque e si muovevano per la città chiedendo indicazioni ai passanti mi ha spinto a pensare che forse avevano ragione i nostri genitori: è davvero colpa di quel dannato telefono (e anche del fatto che viviamo per lavorare, ma questa è un’altra storia). Arriveremo a un punto in cui un mondo senza social non sarà poi così impossibile da immaginare? Non lo so, ma intanto il mio obiettivo per l'estate è quello di diminuire il mio screen time.
Meno screen time, più hobby
Presa questa decisione bisogna passare ai fatti. Dal momento che le vecchie abitudini sono lente a morire, ho digitato ‘no phone summer’ nella barra di ricerca di TikTok ed ecco cosa ho scoperto.
Il ritorno dei media ‘fisici’.
Ormai ho perso il conto di quanti video unboxing di vecchi modelli di iPod e di smartphone, come gli iconici BlackBerry e Motorola RAZR V3, sono capitati negli ultimi giorni sulla mia fyp di TikTok. I segnali c’erano già: nell’ultimo anno acquistare vinili e scattare con macchinette fotografiche digitali e analogiche sono entrati a pieno titolo nei cool girl hobby. Malinconia del passato o la fine dei social network per come li conosciamo? Non è certo, ma secondo me la soluzione non è l’iperconsumismo: ci servono davvero altri dieci device per sostituire quello che abbiamo già? No, ma ormai tutto quello che facciamo si inserisce in un’estetica ben precisa da sfoggiare per performare il nostro personaggio: personalità in vendita da cambiare in base al trend di stagione.
L’epidemia delle thought daughter.
Quella della thought daughter è una delle ultime etichette virali di TikTok nata come risposta al meme del 2021 gay son or thought duaghter? e si riferisce ad una ragazza intelligente, introversa e sensibile, che cura il suo aspetto senza troppo sforzo e consuma prodotti culturali come Le vergini suicide e la musica di Lana del rey. Ma quella che è nata come un’etichetta per descrivere una personalità si è trasformata nell’ennesima estetica acquistabile e performativa. Ovviamente online è pieno di presunte thought daughter che non vedono l’ora di suggerirti cosa leggere, come vestirti e che playlist ascoltare per entrare nel personaggio tra un’adv e l’altra.
L’ascesa degli intellectual influencers.
Tra un video di critica culturale e un consiglio di lettura, le literary it girls popolano internet (perché esistono solo lì). Tra foto scattate al museo e alle presentazioni di libri e inviti alle sfilate di moda, trovano il tempo di leggere in un mese quanto una persona comune in un anno. Belle ma disinteressate al proprio aspetto, introverse e cronicamente online anche se mentono spudoratamente a riguardo. Se Rory Gilmore avesse avuto un profilo TikTok probabilmente serebbe stata una literary it girls. Questa nuova forma di intellettualismo può essere interpretata a primo impatto come il rifiuto degli standard di bellezza contemporanei, ma semplicemente apparire intellettuali oggi è cool (molto più che esserlo). Quei libri li leggeranno davvero? Chi lo sa.
Io non mi ritengo una cool girl e nemmeno una thought daughter, ma passo comunque troppo tempo online e ho bisogno di prendere in mano la situazione: se non mi sento pronta a salutare il magico mondo di internet, posso sempre imparare a farne un uso più intenzionale e consapevole. Ecco le regole che seguirò questa estate per contrastare la mia dipendenza dai social ed evitare il brain rot.
Cose che farò questa estate per evitare il brain rot
Cominciamo dalla più difficile: cancellare le app di Instagrame TikTok dal mio iPhone. No, non ho intenzione di chiudere i miei profili social, semplicemente li utilizzerò dal Pc o dal tablet in modo da non averli sempre a portata di mano.
Sostituire il consumo di contenuti brevi e leggeri con contenuti più lunghi e intellettualmente stimolanti;
Trovare ispirazione nella vita reale. Purtroppo lo scrolling su Pinterest e TikTok fa parte del mio processo creativo, ma mi sono resa conto che non è nemmeno paragonabile al modo in cui mi sento ispirata dopo essermi confrontata con persone creative ed essere uscita dalla mia zona di comfort. Ho anche intenzione di andare più spesso al cinema, a sentire musica dal vivo, in giro per mostre e musei e riprendere a sfogliare magazine culturali;
Passare più tempo libero possibile fuori casa andando al parco a leggere e nei bar a scrivere le prossime newsletter;
Leggere il più possibile e in modo critico. Quest’anno ho organizzato il mio primo book club a Bologna ed oltre a essere stata un’esperienza bellissima, il confronto con gli altri lettori è stato utilissimo a farmi capire la differenza tra leggere solo per piacere e leggere per stimolare il pensiero critico;
Raccontare il mio percorso in questa newsletter. Se avrai voglia di iscriverti riceverai una newsletter a settimana la domenica mattina da giugno a settembre dove ti racconterò quello che leggo, guardo, faccio e ascolto ogni settimana per sconfiggere la mia dipendenza dai social (e se questo esperimento funzionerà magari diventerà un appuntamento fisso anche durante l’inverno, stay tuned).
Una newsletter per parlare di libri (e non solo), ma niente di serio
niente di serio è la newsletter in cui una volta a settimana ti parlerò dei libri che leggo (e di quello che guardo e ascolto) per evitare il brain rot. Se ti va di unirti a me in questo esperimento o se semplicemente ti piace leggere o vuoi trovare nuovi spunti su podcast, film e serie tv sei nel posto giusto.
Cosa troverai in questa newsletter
I libri che leggo in giro per Bologna e cosa penso a riguardo;
Approfondimenti su temi di attualità e internet culture;
Una rubrica settimanale in cui ti consiglio le 5 cose che ho letto, guardato e ascoltato per evitare il brain rot;
Un book club digitale e in presenza, ma di questo parleremo meglio nella prossima newsletter.
Alla prossima settimana! Intanto se ti manco ovviamente mi trovi anche su instagram e tiktok come @ingiroconalice.
~Alice~
Ciao!Se vuoi un suggerimento per utilizzare meno il cellulare e app varie io ad esempio mi sono auto imposta di non usarlo per riempire i momenti di noia, soprattutto in quei non luoghi tipo sale d’attesa ecc. alla fine ho scoperto che mi piace osservare la vita intorno o sennò mi porto un libro, una rivista. Buona fortuna per il buon proposito!
I gatti guardano Alice mentre il mondo sogna una poesia